Profilo

In LUNIGIANA la costituzione dell’Unione di Comuni Montana Lunigiana è avvenuta all’interno di un percorso condiviso con la Regione Toscana e per altro analogo a quello di tutte le altre Unioni costituite in Toscana. Un percorso inserito all’interno della trasformazione delle Comunità Montane in Unioni di Comuni, sulla base della Legge Regionale vigente n. 37 del 2008.

La legge regionale di riordino delle autonomie n. 68 del 2011 c.d ‘Legge Nencini’ riconosce nell’Unione di Comuni l’organismo titolato a svolgere l’esercizio di una pluralità di funzioni per le quali sono garantiti accessi a consistenti finanziamenti sia statali che regionali con un ritorno di beneficio per i Comuni aderenti all’Unione. L’Unione di Comuni si configura poi quale Ente Locale che da rappresentanza istituzionale unitaria al territorio.

Più uniti, più autonomi, più forti

L’Unione svolgerà su tutto il territorio della Lunigiana (quindi anche Pontremoli, che ha deciso di non aderire) tutte le funzioni delegate dalla Regione Toscana e tradizionalmente affidate alla Comunità Montana Lunigiana: Forestazione e Antincendio Boschivo.

L’Unione, che anche in questo è assolutamente diversa dalla Comunità Montana, svolgerà inoltre in forma associata anche le funzioni fondamentali (Viabilità, Illuminazione pubblica e Trasporto Pubblico Locale) che otto Comuni della Lunigiana con popolazione inferiore a 3000 abitanti (Bagnone Casola in Lunigiana, Comano, Filattiera Mulazzo Podenzana Tresana Zeri) non hanno più la possibilità di svolgere da soli già a partire dal 1° gennaio 2012 ed a cui ha deciso di aggiungersi, per libera scelta, il Comune di Fosdinovo.

L’Unione gestisce inoltre per tutti i 13 Comuni che la compongono importanti servizi per il cittadino tra questi ricordiamo lo Sportello Unico delle Attività produttive, Contributo per l’abbattimento delle barriere architettoniche, il Canile comprensoriale.
Le Unioni di Comuni, del resto non sono una specificità del nostro territorio, ma costituiscono ormai una parte rilevante, consolidata ed essenziale del sistema delle Autonomie locali della Repubblica Italiana.

Rilevante perché sono ormai 340 le Unioni, rappresentative di oltre 1700 Comuni e 6 milioni di abitanti , diffuse su tutto il territorio nazionale e per la quantità e qualità di funzioni e servizi che gestiscono in forma associata e per il ruolo che in tanti territori questi nuovi Enti locali stanno assumendo nella costruzione di un nuovo e più adeguato assetto della governance territoriale.

Consolidata perché, anche a dispetto di normative spesso incerte, lacunose, poco attente alla novità del fenomeno e, soprattutto, incoerenti nel rapporto tra enunciazioni di principio e concretezza del sostegno e dell’incentivazione, il numero e la qualità dell’azione delle Unioni sono cresciuti in questi anni.

Essenziale perché l’Associazionismo volontario espresso dalle Unioni, può costituire sempre più uno strumento strategico, in particolare per i piccoli Comuni, per accompagnare, soprattutto dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, una fase storico-istituzionale nella quale hanno assunto valore ordinatore dell’assetto della Repubblica il principio di sussidiarietà e quello di adeguatezza.

In questo sono uno strumento prezioso per l’associazionismo delle comunità locali perché flessibile e in grado di rispondere alla necessità di adeguatezza in modo rispettoso della autonomia e della volontà dei singoli Comuni e garantire livelli adeguati di governo del territorio e delle comunità anche laddove la realtà comunale appare più debole e frammentata.

Le Unioni di Comuni, a livello nazionale ed anche in Lunigiana, si candidano quindi sempre di più ad essere uno strumento adeguato per garantire a tutti i cittadini del nostro Paese pari dignità, parità tendenziale nell’accesso ai servizi, parità nell’esercizio dei diritti civili, economici e sociali in piena sintonia con i principi espressi dalla Costituzione e con le riforme in senso federalista dello Stato Italiano.

Ultimo aggiornamento

23 Maggio 2023, 07:49